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Gaza oggi è una mappa di sirene. Dall’alba i raid hanno colpito in serie: 35 morti nel primo bilancio, poi 42. L’UNICEF avverte che «450 mila bambini a Gaza City rischiano di morire» per mancanza di cibo e cure. Gli ospedali funzionano a singhiozzo, i convogli umanitari si accalcano ai valichi, interi quartieri vengono evacuati sotto le bombe. Le ore si consumano come conti alla rovescia, e ogni numero che arriva dalle agenzie è una condanna senza appello.
Intanto in Italia si consuma l’ennesima recita. La prima pagina de Il Tempo parla di «rete del terrore dietro la Flotilla», l’accusa consunta di essere “amici di Hamas”. È il riflesso automatico di chi preferisce spostare il dibattito dalla catastrofe umanitaria alla caricatura politica. La Federazione nazionale della stampa ha diffuso un comunicato, a cui la Global Sumud Flotilla ha risposto chiarendo finalità, composizione e regole della missione. Tutto legittimo, tutto previsto, tutto secondario rispetto al rumore delle esplosioni che continuano a seppellire case e vite.
Mentre l’Europa discute mozioni e il governo italiano balbetta di diplomazia, le immagini da Gaza sono di tende sbriciolate, di famiglie in fuga nella notte, di ambulanze ferme davanti a cancelli chiusi. È la contabilità dell’emergenza che cresce a ogni ora, mentre da questa parte del Mediterraneo ci si accapiglia sulle etichette.
Allora la domanda è semplice: cosa vi sembra più importante? I titoli che accusano chi porta aiuti o i nomi che scompaiono ogni giorno a Gaza? Qui continueremo a raccontare la missione e le polemiche, ma l’unico compito che resta è uno: tenere gli occhi su Gaza. Sempre.
#LaSveglia per La Notizia
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Intanto in Italia si consuma l’ennesima recita. La prima pagina de Il Tempo parla di «rete del terrore dietro la Flotilla», l’accusa consunta di essere “amici di Hamas”. È il riflesso automatico di chi preferisce spostare il dibattito dalla catastrofe umanitaria alla caricatura politica. La Federazione nazionale della stampa ha diffuso un comunicato, a cui la Global Sumud Flotilla ha risposto chiarendo finalità, composizione e regole della missione. Tutto legittimo, tutto previsto, tutto secondario rispetto al rumore delle esplosioni che continuano a seppellire case e vite.
Mentre l’Europa discute mozioni e il governo italiano balbetta di diplomazia, le immagini da Gaza sono di tende sbriciolate, di famiglie in fuga nella notte, di ambulanze ferme davanti a cancelli chiusi. È la contabilità dell’emergenza che cresce a ogni ora, mentre da questa parte del Mediterraneo ci si accapiglia sulle etichette.
Allora la domanda è semplice: cosa vi sembra più importante? I titoli che accusano chi porta aiuti o i nomi che scompaiono ogni giorno a Gaza? Qui continueremo a raccontare la missione e le polemiche, ma l’unico compito che resta è uno: tenere gli occhi su Gaza. Sempre.
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