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Il porto di Gioia Tauro da «buco nero» è diventato la capitale d'Italia dei container

12.12.2025
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Entro la fine del 2025 il porto di Gioia Tauro diventerà il primo scalo italiano per traffico container, superando per la prima volta i 4 milioni di TEU e arrivando fino a 4,3 milioni, davanti a Genova, Trieste e Napoli. Il primato è legato alla specializzazione nel transhipment e a una rete di 120 rotte strategiche che collegano il Mediterraneo e il Mar Nero con il resto del mondo. Nel 2025 il traffico è cresciuto a doppia cifra, dimostrando solidità anche di fronte ai dazi e alla crisi del Canale di Suez. Dopo essere stato per decenni un simbolo di sprechi e fallimenti, nato negli anni '70 come progetto siderurgico mai realizzato, Gioia Tauro ha cambiato destino a partire dagli anni '90 grazie all'ingresso di operatori internazionali. Come spiega Alessandro Panaro (SRM), il successo si basa su fondali unici in Italia da 18 metri, capaci di accogliere le grandi navi portacontainer, e sulla presenza di MSC, primo operatore mondiale del settore. Oggi il porto è al centro dell'asse Cina-USA e rappresenta una leva strategica per il Mezzogiorno, con prospettive di ulteriore sviluppo legate alla ZES e all'attrazione di investimenti nel retroterra. Ne parliamo proprio con Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy di Centro Studi e Ricerche (SRM)

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