
La Concordanza dei Tempi in Italiano: una Guida Facile
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La consecutio temporum (o concordanza dei tempi) è uno dei pilastri fondamentali della grammatica italiana. Si tratta di un insieme di regole che stabiliscono quale tempo verbale deve essere utilizzato nelle frasi subordinate in relazione al tempo del verbo della frase principale per esprimere un determinato legame temporale.
La Consecutio Temporum: Esprimere Anteriorità, Contemporaneità e Posteriorità in Italiano
Che Cos'è la Consecutio Temporum
La consecutio temporum determina la relazione temporale tra l'azione della frase principale (o reggente) e quella della frase subordinata. Questa relazione può esprimere tre rapporti temporali fondamentali: contemporaneità (le azioni avvengono nello stesso momento), anteriorità (l'azione della subordinata avviene prima) e posteriorità (l'azione della subordinata avviene dopo).
Il sistema della consecutio temporum italiano distingue principalmente tra due modalità: la concordanza con l'indicativo (per esprimere fatti reali e certi) e la concordanza con il congiuntivo (per esprimere possibilità, dubbi, desideri o dipendenze da verbi che richiedono il congiuntivo).
La Consecutio Temporum con l'Indicativo
Quando la frase principale ha il verbo all'indicativo, la subordinata utilizza anch'essa l'indicativo per esprimere azioni reali e concrete. La scelta del tempo dipende dal rapporto temporale tra le due azioni.
Quando la Principale è al Presente
Se il verbo della principale è al presente indicativo, nella subordinata si usa:
Presente per la contemporaneità: "So che Maria studia in biblioteca"
Passato prossimo o imperfetto per l'anteriorità: "So che Maria ha studiato ieri" / "So che Maria studiava quando l'hai chiamata"
Futuro semplice per la posteriorità: "So che Maria studierà domani"
Quando la Principale è al Passato
Se il verbo della principale è a un tempo passato (passato prossimo, imperfetto, passato remoto, trapassato prossimo), nella subordinata si usa:
Imperfetto per la contemporaneità: "Sapevo che Marco lavorava in banca"
Trapassato prossimo per l'anteriorità: "Sapevo che Marco aveva lavorato fino a tardi"
Condizionale passato per la posteriorità: "Sapevo che Marco avrebbe lavorato tutto il weekend"
Quando la Principale è al Futuro
Se il verbo della principale è al futuro semplice, nella subordinata si usa:
Futuro semplice o presente per la contemporaneità: "Saprò se Giovanni arriverà in tempo" / "Saprò se Giovanni arriva in tempo"
Futuro anteriore o passato prossimo per l'anteriorità: "Saprò se Giovanni sarà arrivato" / "Saprò se Giovanni è arrivato"
Futuro semplice per la posteriorità: "Saprò quando Giovanni partirà"
La Consecutio Temporum con il Congiuntivo
Il congiuntivo si usa nelle subordinate che dipendono da verbi che esprimono opinione, dubbio, desiderio, timore, volontà, o dopo congiunzioni come "sebbene", "benché", "affinché", "prima che". La consecutio temporum con il congiuntivo segue regole precise e particolarmente importanti per comunicare correttamente in italiano.
Quando la Principale è al Presente o Futuro
Se il verbo della principale è al presente o futuro, nella subordinata si usa:
Congiuntivo presente per la contemporaneità o posteriorità: "Spero che tu stia bene" / "Penso che domani piova"
Congiuntivo passato per l'anteriorità: "Credo che Laura sia partita ieri"
Quando la Principale è al Passato
Se il verbo della principale è a un tempo passato, nella subordinata si usa:
Congiuntivo imperfetto per la contemporaneità o posteriorità: "Pensavo che tu fossi a casa" / "Credevo che arrivasse più tardi"
Congiuntivo trapassato per l'anteriorità: "Pensavo che Marco fosse già partito"
Quando la Principale è al Condizionale
Se il verbo della principale è al condizionale presente, nella subordinata si usa:
Congiuntivo imperfetto per la contemporaneità o posteriorità: "Vorrei che tu venissi con me"
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