
I prezzi stellari raggiunti dalle uova negli Stati Uniti (quasi 8 dollari per una confezione da dodici), complice anche l'epidemia di aviaria, stanno generando una vera e propria crisi, tanto da spingere Washington a chiedere aiuto ad alcuni Paesi europei, tra cui l'Italia. In particolare, l'ambasciata americana ha lanciato un appello al Veneto, la prima regione per produzione seguita da Lombardia ed Emilia-Romagna. Il costo delle uova è salito alle stelle a causa di molteplici focolai di influenza aviaria negli Stati Uniti, costringendo gli agricoltori ad abbattere almeno 30 milioni di esemplari e limitando drasticamente l'offerta. Ora, per tornare a riempire i pollai ci vorrà tempo, visto una gallina generalmente comincia a deporre uova tra le 18 e le 22 settimane di vita. Il ministro ha auspicato che la produzione nazionale sia in grado di coprire la maggior parte del fabbisogno "entro pochi mesi".
Intanto però negli Stati Uniti sono costretti a guardare all'estero, durante la "guerra dei dazi" scatenata da Trump. Proprio il presidente Usa, in campagna elettorale, aveva promesso che una volta rieletto avrebbe abbassato il costo degli alimentari «il primo giorno». Ma non è successo. E il Dipartimento dell Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) prevede che i prezzi delle uova nel 2025 aumenteranno del 20% (l aumento stimato per i generi alimentari nel complesso è solo del 2,2%). Ne parliamo con Gian Luca Bagnara, presidente Assoavi.
L'Italia registra meno brevetti: le richieste scendono del 4,5%
Nel 2024 le domande di brevetto presentate dall'Italia sono rallentate fino a scendere del 4,5% sotto la soglia raggiunta nel 2023. Il nostro Paese si conferma comunque quinto in Europa e undicesimo nel mondo per richieste di brevetto. Lo indica il nuovo rapporto dell'Ufficio Europeo dei brevetti (Epo) anticipato da Sole24Ore. Interviene sul tema Paolo Bricco, Il Sole24ore.
Auto, resta debole il mercato Ue che a febbraio perde il 3,1% di immatricolazioni
Il mercato europeo dell'auto cala del 3,1% rispetto a gennaio 2025, con volumi che restano del 17,5% inferiori ai livelli pre-Covid. I dati diffusi dall'Acea (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) confermano una persistente debolezza del settore nei primi due mesi dell'anno. Un calo in numeri assoluti di 963.540 unità nel solo mese di febbraio. «Il mercato europeo continua il 2025 con il freno a mano tirato, segnando cali generalizzati nei principali Paesi, con la sola eccezione della Spagna» rileva il Centro Studi Promotor. Nel mese, Italia (-6%), Germania (-4,6%) e Francia (-3,3%) hanno registrato un calo delle immatricolazioni, mentre la Spagna ha chiuso con un +8,4%. In Germania il calo più netto in volume, del 6,4%. Il commento è di Gian Primo Quagliano - direttore generale Centro Studi Promotor.
Il piano del governo sulle polizze anti catastrofi naturali, spunta il rinvio di 7 mesi
Il governo è al lavoro per trovare una soluzione sul rinvio dell'obbligo per le imprese di assicurarsi contro le catastrofi naturali. Alla scadenza del 31 marzo ormai manca una settimana e negli ultimi giorni le richieste da parte delle imprese di allungare i termini si sono intensificate. A provare a dare forma a una soluzione intanto è il Parlamento, dove Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di rinvio di 7 mesi. L obbligo riguarda 4 milioni di imprese che chiedono più tempo e più chiarezza.
Negli ultimi giorni le associazioni imprenditoriali si sono mosse tutte: da Confindustria, che ha chiesto una proroga di almeno tre mesi, a Confcommercio e Confesercenti, da Confartigianato a Casartigiani, Cna, Confcooperative e Unimpresa. Mercoledì 20 gennaio è arrivata la notizia che il governo starebbe valutando un possibile rinvio del termine per l'entrata in vigore dell'obbligo, introdotto con la manovra per il 2024. Il provvedimento doveva entrare in vigore all'inizio del 2025 poi con il Milleproroghe ne è stato posposto l'avvio al 31 marzo. Ne parliamo con Matteo Campaner, Direttore Generale di Vittoria Assicurazioni.
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