
In audizione alla Commissione parlamentare sulla transizione demografica, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha lanciato un allarme sullo spopolamento del Paese, denunciando l’inerzia politica davanti a un fenomeno che mina stabilità finanziaria e sviluppo. L’inverno demografico con denatalità, invecchiamento e calo della popolazione in età lavorativa compromette la sostenibilità del debito e l’equilibrio di pensioni, sanità e forza lavoro. Secondo le proiezioni UE, dal 2030 la crescita derivante dal lavoro sarà negativa. Giorgetti ha sottolineato che il governo intende affrontare la sfida con responsabilità e visione, pur riconoscendo che il tema non è prioritario nell’agenda politica. I dati sono allarmanti: entro il 2050 il Sud Italia potrebbe perdere 3,4 milioni di abitanti, che diventano quasi 8 milioni entro il 2080. Attualmente il Mezzogiorno perde il 4,8% annuo, mentre il Nord guadagna l’1,5%. La presidente della Commissione, Elena Bonetti, ha proposto di introdurre l’impatto demografico come criterio guida nella revisione della legge di contabilità, accanto a quelli ambientali e di genere. Un ulteriore segnale dell’invecchiamento viene dai dati INPS sul lavoro domestico: nel 2024 i lavoratori con almeno un contributo sono stati 817.403, in calo per il terzo anno consecutivo. Le badanti superano per la prima volta le colf, e il 44,3% degli addetti ha più di 55 anni. L’inverno demografico italiano non è quindi solo una questione di statistiche, ma un problema strutturale e urgente. Il commento è di Luca Paolazzi, advisor di Ceresio Investors.
Crisi Marelli, quando la cattiva politica industriale colpevolizza l’auto elettrica
La scorsa settimana Marelli Holdings, storico fornitore di componentistica per l’automotive, ha avviato una procedura di Chapter 11 presso il Tribunale fallimentare del Delaware. La ristrutturazione prevede l’uscita di KKR dalla proprietà e la trasformazione dei 4,2 miliardi di debito in capitale, accompagnata da un’iniezione di 1,1 miliardi di nuova liquidità. I principali creditori tra cui Deutsche Bank, Mizuho Financial Group, MBK Partners e Fortress Investment diventeranno i nuovi azionisti della società, salvo l’arrivo entro 45 giorni di un “cavaliere bianco” pronto a rilevarla. Voci di mercato parlano dell’interesse degli indiani di Samvardhana Motherson International. La crisi di Marelli, erede di Magneti Marelli, non può essere imputata alla transizione energetica verso l’elettrico, ma piuttosto è l’esito di decenni di cattiva gestione e assenza di una visione industriale da parte dei suoi proprietari: prima Fiat/FCA, poi il fondo americano KKR. La mancata programmazione della transizione, la rigidità produttiva e le scelte errate nel tempo sono alla base del tracollo. A peggiorare la situazione, negli ultimi anni si sono aggiunte crisi esterne come la pandemia, la carenza di semiconduttori e l’aumento dei tassi di interesse. Il ministro Urso ha incontrato i vertici italiani e convocato per il 19 giugno un tavolo con sindacati e istituzioni regionali, dichiarando l’attenzione del governo sulla vicenda. Ne parliamo con Paolo Bricco, Il Sole 24 Ore
I prezzi dell’energia mettono in ginocchio le Fonderie italiane
Non è un paese per fonderie ha dichiarato Fabio Zanardi, presidente di Assofond, all’assemblea annuale di categoria a Soave, descrivendo un settore in crisi strutturale. Dopo un 2024 chiuso con un calo del 12% in quantità e valore, il primo trimestre del 2025 registra un ulteriore -10% su produzione e fatturato, riportando alcuni comparti ai livelli più bassi dal 1980. La causa principale è l’eccessivo costo dell’energia, ancora legato al prezzo del gas nonostante un mix energetico che oggi è composto per il 45% da fonti rinnovabili.
Zanardi denuncia l’assenza di misure mirate: molte fonderie non rientrano tra i grandi energivori ma nemmeno tra le PMI, finendo escluse da ogni provvedimento, come accaduto con l’ultimo Decreto Bollette. Chiede il ripristino urgente del credito d’imposta, l’unica misura efficace secondo il comparto. Sul lungo termine, sollecita il disaccoppiamento tra prezzi di elettricità e gas, ostacolato finora da vincoli europei. Infine, critica il sistema ETS, diventato secondo Zanardi un meccanismo speculativo, e il CBAM, che ha finora aggiunto solo costi e burocrazia senza fornire vera protezione dal dumping extra-Ue. Interviene Fabio Zanardi, presidente Assofond (Associazione Italiana Fonderie)
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