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Balzo delle materie prime sulla scia degli attacchi di Israele all'Iran

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I mercati hanno reagito con forte volatilità all’escalation militare: le borse scendono, mentre salgono i titoli legati a difesa e energia. L’oro cresce dell’1% a 3.438 dollari l’oncia, il gas europeo sale del 5% a 38,2 /MWh. Il petrolio Wti vola a +6,5% (72,32 $), il Brent a +8,5% sopra i 75 $. Il Vix, indice della volatilità, cresce del 21%. Gli investitori temono che il conflitto possa compromettere le forniture di greggio, soprattutto se l’Iran dovesse minacciare lo Stretto di Hormuz. Al momento, nessun danno diretto agli impianti petroliferi, ma il rischio geopolitico resta alto. Affrontiamo il tema con Sissi Bellomo, Sole 24 Ore e Filippo Diodovich, Market strategist di IG.

Iran e Israele. Cosa sta succedendo?

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025 Israele ha lanciato l’operazione Rising Lion, colpendo obiettivi strategici in Iran, tra cui il sito nucleare di Natanz. L’azione ha coinvolto caccia, droni e forze speciali sul campo, con l’obiettivo dichiarato di fermare il programma nucleare iraniano. Almeno 78 le vittime, tra cui alti ufficiali dei Pasdaran e scienziati. Teheran ha reagito lanciando oltre 100 droni e missili contro Israele, la maggior parte dei quali è stata intercettata. Dichiarato lo stato d’emergenza in Israele, chiuso lo spazio aereo, mentre l’Iran ha chiesto una condanna formale all’ONU parlando di “atto di guerra”. Sergio Nava, Radio24.

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