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Tutti parlano di Charlie Kirk, ma quali erano davvero le sue tecniche di comunicazione?
I suoi interventi avevano una struttura ben precisa: domande chiuse e tecnica del Gish gallop, una raffica di argomenti serrati che rendevano spesso impossibile per l’interlocutore elaborare risposta e articolate.
Fondamentale anche il setting e il linguaggio non verbale: Kirk restava seduto, mentre chi parlava con lui doveva alzarsi. Questo lo manteneva nel ruolo del “soggetto supposto sapere”, aumentando la sua autorevolezza percepita rispetto al pubblico.
E poi la tipologia delle domande: apparentemente neutre, ma già cariche di posizionamenti e ipostatizzazioni.
Kirk ha trasformato queste tecniche in un vero e proprio format di comunicazione, ed è tutto questo ad aver reso unico il suo stile retorico.
I suoi interventi avevano una struttura ben precisa: domande chiuse e tecnica del Gish gallop, una raffica di argomenti serrati che rendevano spesso impossibile per l’interlocutore elaborare risposta e articolate.
Fondamentale anche il setting e il linguaggio non verbale: Kirk restava seduto, mentre chi parlava con lui doveva alzarsi. Questo lo manteneva nel ruolo del “soggetto supposto sapere”, aumentando la sua autorevolezza percepita rispetto al pubblico.
E poi la tipologia delle domande: apparentemente neutre, ma già cariche di posizionamenti e ipostatizzazioni.
Kirk ha trasformato queste tecniche in un vero e proprio format di comunicazione, ed è tutto questo ad aver reso unico il suo stile retorico.
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