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L’agricoltore servirà ancora fra dieci anni? O un androide dotato di intelligenza artificiale e cappello di paglia gestirà un esercito di robot in campi, serre verticali e allevamenti completamente digitalizzati? Le sfide della sostenibilità, ma anche la necessità di produrre di più con meno risorse in un clima che cambia velocemente, comportano decisioni e processi sempre più complessi e con molte variabili. Il tutto potrebbe sfuggire - e già sfugge - al controllo dei produttori, specie se questi hanno mediamente più di 50 anni e non hanno una formazione, diciamo, al passo con i tempi. L’intelligenza artificiale, sulla quale il mondo si interroga, anche in agricoltura può essere un aiuto potente. È una via obbligata? Come e con quali limiti? Ne parliamo con Gianluca Brunori, economista agrario dell’Università di Pisa e responsabile della digitalizzazione in agricoltura per l’Accademia dei Georgofili e con Renzo Cotarella, amministratore delegato ed enologo di Marchesi Antinori.

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