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Ep.2: Poliziotti cinesi in Ungheria

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Sulle strade ungheresi presto sfileranno volontari dell’esercito cinese. Non sarebbe - come molti giornali hanno erroneamente scritto - il primo paese europeo e della Nato a permetterlo. L’Italia l’ha fatto per 4 anni di fila dal 2016 al 2019. Ma ordine di precedenza a parte, il punto qui è l’obiettivo: Pechino vuole spiare i dissidenti cinesi all’estero o farsi un avamposto dentro l’Unione Europea sul solco delle Vie della Seta? Probabilmente entrambe le cose. La ricetta equilibrista del presidente ungherese Orbán, del resto, prevede di giocare la stessa partita su più tavoli. In Occidente la sua apertura verso Est lo rende un attore negoziale difficile, quindi da ascoltare, talvolta da temere, a cui fare concessioni. Oltreoceano, però, il rapporto di forza s’inverte: dopo anni di gelo con Washington (che Budapest non può permettersi a lungo) Orbán fa campagna per il ritorno di Trump. Nella speranza di ritrovare una sponda rispetto al suo rapporto privilegiato con la Russia, magari dando una svolta alla guerra in Ucraina.

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