La Sveglia di Giulio Cavalli podcast

Occhi su Gaza, diario di bordo #65

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Khan Younis all’alba è un altopiano di macerie su cui un soldato israeliano gira un reel compiaciuto: «non è rimasta in piedi una casa», dicono i video che rimbalzano sui social. Poco dopo, un altro filmato riemerge dal 2016: un militare che sequestra la bicicletta a una bambina di sei anni. La guerra non inventa nulla, semmai toglie il velo. Stamattina, mentre la “tregua” esiste solo nei comunicati, a Gaza City si sentono nuovi passaggi di F-16 e una cintura di fuoco sull’est, documentata dai residenti. Il racconto di chi resta è sempre più corto: quante notti senza luce, quante salme da cercare all’alba.
Le agenzie della notte registrano l’identificazione dei resti di Itay Chen, l’ostaggio israelo-americano consegnato giorni fa. Una squadra della Croce Rossa e di Hamas si è mossa verso est di Gaza City per cercare altri corpi. Dagli ospedali della Striscia arriva la nota più amara: Israele ha trasferito 15 cadaveri palestinesi.
A Tel Aviv il ministro della Difesa ripete che l’obiettivo resta «smantellare Hamas e smilitarizzare la Striscia». È il lessico della permanenza, non della pace. Intanto filtrano indiscrezioni su un possibile comitato di gestione Gaza tra Hamas e Anp: un’ipotesi che vale, per ora, come misura della confusione politica.
Fuori dal perimetro delle bombe il fuoco passa sugli archivi: Youtube ha cancellato centinaia di filmati che documentavano violazioni dei diritti umani, insieme ai canali di tre organizzazioni palestinesi. Il passato digitale si fa polvere come le case.
E poi c’è l’Europa che si specchia: un cronista italiano è stato licenziato dopo una domanda semplice alla Commissione — se Mosca dovrà pagare la ricostruzione in Ucraina, Israele pagherà quella di Gaza? — mentre in Parlamento c’è chi annuncia interrogazioni sulla libertà di stampa.
La domanda resta sospesa come il fumo sugli edifici sventrati. Chi pagherà tutto questo? Chi potrà raccontarlo, se raccontare diventa un reato di imbarazzo? Occhi su Gaza: oggi la notizia è che la rimozione non è solo un cratere, è anche una cancellazione.

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