Qui e Ora Quasi Live podcast

Lavoro e Vita - SG Don Fabio Corazzina

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Il lavoro è nato per sostentare l’uomo e garantire al contesto sociale il giusto apporto per creare un ambiente confortevole nel quale migliorare la qualità della vita. Nel corso dei secoli questo senso logico è stato stravolto dal profitto. Non per nulla la maggior parte delle ricchezze di questo mondo sono in mano ad un ristretto numero di “persone ricche”. Nel contempo il senso di ricchezza si è spostato maggiormente da un contesto olistico (holos), nel quale si vede un chiaro i equilibrio tra valori, benessere fisico, psicologico sistemico, alla pura “ricchezza” economica. Malgrado questa condizione sociale muova gran parte delle nostre credenze sociali, è lampante, sopratutto in questo periodo, come tale aspetto perda la sua valenza a favore di un senso di vuoto difficilmente colmabile dal denaro.
Qui il concetto di “impiego” trova il suo senso più profondo, poiché si esprime in termini d’impiego di tempo vita che, come tale, deve assumere un valore più profondo del mero denaro, consentendo un raggiungimento del benessere e della realizzazione del sè, senza la quale il denaro diventa solo un problema da gestire, più che un bene di cui godere.
Alla luce dei primi due temi, il senso di esprimere se stessi si concretizza donando parte di sè agli altri e quale miglior strumento del lavoro per fare questo? Come la bottega del Verrocchio che generava opere d’arte non come prima espressione di “guadagno”, ma come risultato di una ricerca della bellezza e dei suoi artisti. Così, dallo spazzino (richiamo alla storia di Beppo lo spazzino in Momo di Micheal Ende) al cantante, non vi è differenza sociale se non la volontà di comprendere la propria vocazione e donarla al mondo come massima espressione di se.

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